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Pubblicato “Costruire evasioni” il libro di Prison Break Project

Dopo una lunga attesa, un percorso di ricerca e scrittura che ci hanno impegnato per oltre quattro anni, eccoci arrivati all’uscita del libro!

Finalmente il testo “Costruire evasioni. Sguardi e saperi contro il diritto penale del nemico” è pubblicato grazie alla Bepress Edizioni, casa editrice militante di Lecce.

Il testo si è nutrito di molte discussioni, piccole o grandi, fatte con tant* di voi, su come organizzarci, su come confrontarci con la repressione, come reagire in maniera collettiva e non vittimista all’offensiva mediatica e politica contro i movimenti sociali. L’obiettivo del nostro contributo è proprio quello di alimentare il dibattito, continuare a riflettere e sperimentare forme di organizzazione e lotta alla repressione.

Speriamo d’incrociarci presto, nelle strade, negli spazi occupati, nelle piazze, nelle sale di periferia, per parlare, commentare e criticare il libro ma anche, semplicemente, continuare a lottare.

Adesso Prison Break Project è pronto per solcare le strade, a breve le date delle prime presentazioni, se siete interessati per organizzarne altre non esitate a contattarci!

Ecco le copertine del libro, opera della bravissima PaDiY :

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Verso la pubblicazione del libro di PBP… la scheda dell’editore

6 Aprile 2017 Commenti chiusi

Come vi abbiamo anticipato, Prison Break Project sta ultimando in questi giorni grazie  alla casa editrice BePress l’uscita del libro “Costruire evasioni. Sguardi e saperi contro il diritto penale del nemico”.

Dopo oltre 3 anni di lavoro siamo ormai alla vigilia dell’avvio delle rotative…

Intanto un primo assaggio, la scheda libro che potete trovare da qualche giorno sul sito dell’editore BePress (bepress.it).

Prima due parole su BePress, prese dalla loro presentazione: “una casa editrice indipendente, si occupa di controculture e cultura libertaria. Promuove idee all’insegna della libera circolazione dei saperi. Partendo da una prospettiva radicale cerca di dare voce editoriale ai fenomeni sommersi e d’opposizione culturale. Bepress è distribuita in libreria su tutto il territorio nazionale tramite Messaggerie Libri SPA, con promozione Pea”.

Tra pochissimo vi daremo ulteriori dettagli sull’uscita e i contenuti del libro, oltre alle coordinate per ordinarlo.

Le splendide copertine sono di Padiy! Ma le sorprese non sono finite… in questa presentazione non si menziona la prefazione… e noi ci associamo ancora per qualche giorno, ma solo fino all’arresto delle rotative.

 

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“Costruire evasioni”… il libro di Prison Break Project è in arrivo

13 Marzo 2017 Commenti chiusi

Sperando di non incappare in brutte sorprese dell’ultimo metro, ci siamo quasi!

A brevissimo dettagli e informazioni!

 

 

 

 

 

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Sosteniamo l’Osservatorio Repressione!

4 Febbraio 2017 Commenti chiusi

L’Osservatorio è uno strumento importante per il movimento: un luogo indispensabile di archivio e scambio d’informazioni e iniziative.

Abbiamo incrociato le strade dell’osservatorio parecchie volte, trovando disponibilità e la possibilità di far circolare nostri testi ed iniziative ora diffondere questa richiesta di sostegno ci sembra il minimo.

Dieci anni sono già un bel traguardo… aiutiamo l’Osservatorio a continuare!

https://buonacausa.org/cause/sostieni-osservatorio-repressione

Prison Break Project tra poco farà uscire il suo libro su cui lavoriamo da oltre tre anni (tra qualche giorno tutti i dettagli!), tra le pagine del testo, abbiamo scritto:

“L’Osservatorio contro la repressione da ormai qualche anno raccoglie e archivia notizie su un numero importante d’inchieste ed arresti in Italia, facendo riferimento agli articoli della stampa e pubblicando i comunicati politici delle diverse realtà interessate. Contribuire a rendere esperienze di questo tipo il più complete possibile, tenendo conto di tutte le vicende repressive e facendo circolare informazioni e analisi su di esse, può sviluppare consapevolezza e coscienza delle tendenze generali dell’azione giudiziaria e poliziesca”.

Ecco l’appello dell’Osservatorio:

L’Osservatorio Repressione festeggia il suo decimo anno di attività.

In questi anni, tra tante difficoltà, abbiamo sempre cercato di potenziare la qualità e la quantità delle pubblicazioni attraverso il sito e le varie iniziative e attività sui territori.

Per festeggiare al meglio i 10 anni di attività, siamo qui a chiedere una valutazione sulla nostra attività informativa e una piccola sottoscrizione per continuare le nostre iniziative.

Prosegui la lettura…

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Prison Break Project di nuovo in marcia… discussione “Mutilare e punire” 28 dicembre Montecchio Maggiore (Vicenza)

20 Dicembre 2016 Commenti chiusi

Prison Break Project parteciperà a una chiacchierata sulle violenze poliziesche e le lotte in Francia.

Dalle ore 18:00 “MUTILARE E PUNIRE” : le armi non letali come strumento per terrorizzare.

Una riflessione sull’uso delle armi non letali da parte della polizia francese (flashball, granate a frammentazione e assordanti, taser) e la logica repressiva che tale impiego comporta per chi si muove nelle manifestazioni e nelle lotte.

Sarà l’occasione di presentare le vicende e il processo dopo i fatti dell’8 luglio 2009 quando a Montreuil, in periferia di Parigi, dopo lo sgombero di uno squat la polizia ha attaccato con i proiettili di gomma una manifestazione di solidali. In cinque sono stati feriti a nuca, fronte e clavicola. Joachim ha perso un occhio. Da allora il collettivo “8 juillet” (8 luglio) si organizza per fare inchiesta e difendersi della violenza poliziesca. Prosegui la lettura…

Contro l’offensiva repressiva. Nessuno va lasciato indietro

22 Dicembre 2014 Commenti chiusi

Il 17 dicembre è stata emessa la sentenza di condanna contro Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, nell’ormai celebre processo avente ad oggetto un’azione di sabotaggio contro un cantiere Tav in Val Susa. In quanto progetto collettivo che si pone l’obiettivo di analizzare la dinamiche repressive (su questo tema lavoriamo ad un libretto autoprodotto previsto per l’inizio del 2015, mentre proprio al “processo compressore” abbiamo già dedicato un contributo solidale con gli accusati), come Prison Break Project ci sembrava utile formulare alcune riflessioni a partire da questa sentenza.

Scarica il comunicato in .pdf

 

CONTRO L’OFFENSIVA REPRESSIVA NESSUNO VA LASCIATO INDIETRO

index

Cominciamo subito col dire che non c’è sentenza di tribunale che potrà mai far esultare fino in fondo chi vuole delegittimare i dispositivi del potere costituito.
Come entusiasmarsi di fronte ad una decisione che condanna a 3 anni e 6 mesi di carcere chi ha rivendicato un sabotaggio in difesa del territorio e della salute, lottando contro uno dei tanti progetti utili solo al mortifero “progresso” capitalista?
Come poter riconoscersi in processi penali che vorrebbero trasformare l’opposizione popolare in terrorismo e che considerano le pratiche della resistenza e del sabotaggio secondo la lente che le qualifica come azioni di tipo militare dalle conseguenze micidiali, mentre si glorificano le operazioni di “polizia internazionale” e si santificano i due marò come nuovi eroi nazionalpopolari? Prosegui la lettura…

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Terrorizzare e reprimere. Il terrorismo come strumento repressivo in perenne estensione [Prima parte]

Prison Break Project pubblica sul web un intervento sulla storia del concetto di terrorismo che viene, proprio in questi giorni, utilizzato a fini repressivi contro quattro compagni e compagne NoTav, incarcerati in regime di alta sorveglianza dallo scorso 8 dicembre. La volontà è quella di contribuire al dibattito pubblico e di movimento sul tema della repressione, a partire dalle sollecitazioni che l’attualità giudiziaria impone su chi partecipa alle lotte in Italia.

Il testo sarà diviso in tre spezzoni più brevi per agevolarne la lettura e per accompagnare simbolicamente le scadenze di questo mese di mobilitazione per la liberazione di compagni e compagne e contro la criminalizzazione della lotta notav. Prison Break Project intende quindi pubblicare sul web quest’intervento i lunedì 5, 12 e 19 maggio prossimi per mostrare un piccolo, e speriamo utile, segno tangibile di solidarietà alle lotte contro le dinamiche repressive.

Qui potete trovare la prima parte del testo in formato pdf per una lettura più agevole o per la stampa.


5 maggio 2014. Terrorizzare e reprimere. Parte 1 di 3

Terrorizzare e reprimere.

Il terrorismo come strumento repressivo in perenne estensione

When government fears the people, there is liberty. When the people fear the government, there is tyranny”

Thomas Jefferson

Non siamo in grado di trattare con esaustività un tema vasto e controverso come quello del terrorismo.

Ci interessa piuttosto seguire a volo d’uccello la parabola storica della nozione di terrorismo, per mostrare come essa, nata per indicare i più gravi atti di violenza politica indiscriminata, stia finendo per abbracciare virtualmente ogni atto di insubordinazione all’ordine costituito.

Diventa preminente l’esigenza, che impregna tutto il lavoro di Prison Break Project, di non appiattire il discorso critico solo sul piano ostile e ostico del diritto. Perciò, pur nell’inevitabile incompletezza della nostra disamina, anteponiamo all’analisi delle definizioni giuridiche internazionali ed italiane del terrorismo un’approssimativa indagine “filologica” del concetto nel suo manifestarsi storico.

Tra i due piani c’è ovviamente una relazione, dato che persino le parole più falsificate e asservite dal potere devono la loro efficacia persuasiva e di governo alla loro capacità di rinviare a-, a risuonare con-, esperienze collettive che al potere pre-esistono o che comunque hanno una loro, relativamente autonoma, dimensione di realtà.

L’esperienza cui il concetto di terrorismo non può non rimandare è il terrore, esperienza per sua natura soggettiva (ciò che terrorizza te non è detto che terrorizzi me), ma che assume la valenza politico-giuridica che qui rileva solo in quanto si imprime su un soggetto collettivo (il terrore deve comunque colpire un “noi”).

La natura intrinsecamente politica del concetto di terrorismo sta dunque, in ultima analisi, nella decisione su quale sia il soggetto collettivo che si assume colpito dal terrore.

terrorism

Origine, evoluzioni e deformazioni di un concetto ambiguo.

La maggiore difficoltà che si frappone all’analisi del fenomeno terroristico risiede nella sua ambiguità, nel senso che la qualificazione di un’azione o di una pluralità di azioni come terroristiche non è frutto di un giudizio di valore assoluto ma relativo. In altri termini, un comportamento che è valutato come terroristico dai suoi destinatari, riceve invece una diversa qualificazione dai suoi autori”.

Queste parole non sono state pronunciate da un legale di soggetti accusati di terrorismo o da qualche scomodo intellettuale radicale. Sono invece tratte da uno scritto1 di Emilio Alessandrini, Pietro Calogero e Pier Luigi Vigna, magistrati titolari di diverse inchieste per terrorismo negli anni ‘70.

Se persino chi ha elargito anni e anni di carcere sulla base della nozione di terrorismo ne ha denunciato l’ambiguità, è chiaro che diventa tanto difficile quanto necessario il tentativo di restituire un minimo di contenuto semantico al concetto. Prosegui la lettura…

(Aspettando lunedi…) Una sintesi su che significa la finalità di terrorismo contro i notav

3 Maggio 2014 Commenti chiusi

Questo testo è una sintesi delle riflessioni rivolte al terrorismo e vuole in particolare affrontare la questione della finalità  di terrorismo attraverso la quale hanno arrestato quattro compagni e compagne NoTav incarcerati in regime di alta sorveglianza e vogliono proseguire la criminalizzazione del movimento. È apparso sul sito http://notavbrennero.info per far circolare informazioni e promuovere la mobilitazione di Torino del 10 maggio prossimo in solidarietà agli arrestati.

Prison Break Project pubblicherà inoltre, a partire da lunedì 5 maggio, un articolato intervento sulla storia del reato di terrorismo. La volontà è quella di contribuire al dibattito pubblico e di movimento sul tema della repressione, a partire dalle sollecitazioni che l’attualità giudiziaria impone su chi partecipa alle lotte in Italia.
Il testo sarà diviso in tre spezzoni più brevi per agevolarne la lettura (che saranno pubblicati lunedì 5, 12 e 19 maggio) e per accompagnare simbolicamente le scadenze di questo mese di mobilitazione per la liberazione di compagni e compagne e contro la criminalizzazione della lotta notav.

notav_liberi

Che significa l’aggravante di terrorismo addebitata ai No Tav della Val Susa?

Prison Break Project, 3.05.14

Il 22 maggio si terrà la prima udienza del processo contro Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò in solidarietà ai quali è convocata la manifestazione nazionale del 10 maggio a Torino.

I quattro No TAV sono imputati perché alla fine di una manifestazione avrebbero, insieme ad altri, pesantemente danneggiato alcuni macchinari necessari allo scavo del cunicolo esplorativo nel cantiere di Chiomonte, in Val di Susa.

 I fatti contestati riguardano dunque un sabotaggio, ossia una pratica che è da sempre patrimonio dei movimenti di resistenza, come tale rivendicata e difesa dal movimento No TAV, ma che costituisce reato per l’ordinamento penale italiano.

Tuttavia, la gravità del processo in corso è costituita dal tipo di imputazione che i PM Rinaudo e Padalino hanno scelto per qualificare i fatti in questione: attentato con finalità di terrorismo, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione di armi da guerra e danneggiamento.

Come è possibile che un danneggiamento venga equiparato al terrorismo, termine che indica, nel linguaggio comune e secondo i più autorevoli studiosi, la violenza indiscriminata contro la popolazione al fine di diffondere il terrore? Chi può essere terrorizzato dal danneggiamento di una cosa? Come può un sabotaggio essere concettualmente e giuridicamente accostato a un massacro indiscriminato di civili? Prosegui la lettura…

Blog – contributi a un dibattito di movimento contro la repressione

29 Aprile 2014 Commenti chiusi

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